Oltre 600 millimetri di pioggia in 36 ore: l'equivalente di cinque-sei mesi

 

BELLUNESE - Dalla mezzanotte in poi il bellunese è stato colpito da precipitazioni molto intense che hanno interessato, in particolare, le zone dell’Alpago e del Feltrino. In particolare, in Alpago, loc. Puos, è tracimato il torrente Cornei con diverse abitazioni coinvolte dai pesanti allagamenti.

 

ALPAGO - Dopo 48 ore incessanti di pioggia la situazione appare disastrosa. E non è ancora finito. A Puos d’Alpago si continua a spalare acqua e fango entrati in abitazioni, scantinati e negozi. Gli stivali nel fango e l’acqua che senza soluzione di continuità continua ad uscire dalle pompe per ripulire piazze e vie. Puos d’Alpago è uno fra i comuni simbolo dell’ondata di maltempo che nel week end ha colpito il bellunese. Ma non è ancora finita perché l’allerta meteo è ancora elevata almeno fino a giovedì. Gli smottamenti e le frane non si contano.

 

"AIRONE" allertata dal sistema regionale di Protezione Civile attorno alle 5 di mattina, ha composto due squadre da inviare in Alpago dotate di idrovore medio piccole e elettropompe ad immersione, che dopo i preparativi alle 7:30 erano pronte alla partenza. Giunto l’ok dalla Sala Operativa Regionale alle 8:20 partivano alla volta di Pieve d’Alpago per raggiungere il COM insediatosi nella frazione di Garna. Lungo il tragitto, usciti dall’autostrada incrociavano diverse squadre di Volontari e Vigili del Fuoco che già dalle prime ore del mattino erano in attività con idrovore per lo svuotamento di scantinati e garages.

Le squadre sono state entrambe inviate nella frazione di Cornei nella zona degli impianti sportivi dove una serie di palazzine adiacenti una all’altra, avevano i garages sotterranei invasi dall’acqua, due delle quali fino al soffitto e nella più bassa delle due ha invaso anche i piani terra delle abitazioni.

L’attività ha avuto inizio con l’installazione delle piccole idrovore all’interno dei pozzetti di raccolta dell’acqua piovana, a supporto delle idrovore di grossa capacità già in azione dei Vigili del Fuoco per subentrare definitivamente poi, man mano, che le grosse idrovore non erano più in grado di aspirare l’acqua dalla pavimentazione. L’attività è stata poi maggiormente implementata con l’attivazione anche delle elettropompe. Dopo circa 7 ore e mezza di attività ininterrotta, sotto ad una pioggia più o meno incessante che non ha mai smesso, completati gli svuotamenti, ripristinata la corrente elettrica da parte dell’Enel, grazie alla quale le installazione fisse delle pompe dei garages hanno ripreso a funzionare, le squadre ripiegati i materiali si rimettevano a disposizione del COM. I metri cubi d’acqua aspirati sono stati stimati circa in 400-450 m3 per condominio.

Venivano quindi inviate a Puos d’Alpago dove anche qui un’abitazione aveva gli scantinati quasi completamente allagati (stima di circa 180-200 m3 d’acqua), riattivate quindi le idrovore, prosciugati gli scantinati, sorgeva l’imprevisto del continuo defluire dell’acqua proveniente dal sottosuolo all’interno del pozzetto di raccolta esistente all’interno di uno di essi, che se spente le pompe, gli avrebbe riallagati. Attorno all’una e mezza del mattino seguente avendo ricevevano il cambio da parte di una squadra dei Vigili del Fuoco, consentendo così alle squadre di fare ritorno in sede per un meritato riposo.

 

Squadra "AIRONE 1" Alex - Elisa - Luca

Squadra "AIRONE 2" Andrea - Daniele C. - Daniele M.

 

I DATI - Non è Vaia. Ma la quantità di pioggia ci va molto vicina. Attenzione: quantità, perché la tempesta di fine ottobre 2018 resta insuperabile sul fronte dei picchi orari di precipitazione, arrivati anche a 50 millimetri in 60 minuti.

In ogni caso, l’evento meteo che ha sferzato il Bellunese negli ultimi due giorni è qualcosa di simile. Non lo dicono solo i danni diffusi su tutto il territorio provinciale. Lo testimoniano i pluviometri. Perché in 36 ore (dalle 11 di venerdì 4 alle 23 di domenica 6 dicembre) si sono raggiunte punte di oltre 600 millimetri d’acqua. Vale a dire l’equivalente di cinque o sei mesi, in condizioni normali (il bilancio pluviometrico del 2020, tanto per fare un esempio, dice che sul Veneto in undici mesi sono caduti mediamente 926 millimetri di pioggia). Senza contare la neve caduta in quota e poi trasformatasi in pioggia: tutta acqua che si è riversata in fiumi e torrenti.

Il record del weekend spetta a Valpore (Seren del Grappa) con 621 millimetri d'acqua. Poi però c'è Col Indes di Tambre: 613 millimetri in 36 ore. Vaia, tanto per avere un metro di confronto, aveva raggiunto il massimo con 715 millimetri dal 28 al 30 ottobre (record a Soffranco, Longarone).

Subito dietro Col Indes, ecco il Cansiglio, a dimostrazione del fatto che il maltempo ha battuto forte in Alpago: 572 millimetri sull’altopiano. Non che sia andata meglio altrove. A Cencenighe la stazione Arpav ha registrato un cumulo di 421 millimetri. A Feltre di 401 e a Forno di Zoldo di 360. Quantitativi inferiori a Belluno (152 millimetri), e in altre zone della provincia.

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